LA STORIA di SAN GIOVANNI ROTONDO
San Giovanni Rotondo
Fin dall’età neolitica (VI – V millennio a. C.) sorgevano un po’ ovunque sul territorio insediamenti di capannicoli. Col tempo questi insediamenti assunsero l’aspetto di vere e proprie fortificazioni. Nel II millennio a. C., il territorio era frequentato da gruppi tribali provenienti da varie zone: dall’Illiria, dalla Tracia, dalla Frigia e dalla Troade. Fu la tribù dei Paiones (Pavoni), a stanziarsi stabilmente sul monte Castellano (Crocicchia), dove fondarono la città di Gargaros (città di pietra), dando allo stesso monte il nome di Gargaro, che in seguito diverrà Garganus – Gargano. Ai piedi del monte Castellano, i Gargari fondarono un altro abitato che chiamarono Gargara. Nel secolo X a. C. (età del ferro) il nuovo abitato raccolse quasi tutti gli abitanti degli insediamenti circostanti mentre quel posto sulla cima assunse il nome di Castellanum Bisani, Castello di Bisano (di Giano). Il dio Giano era venerato in un piccolo tempio rotondo che sorgeva ad est dell’abitato . In seguito, con la conversione al Cristianesimo, il tempio venne abbattuto, e su di esso fu eretta una chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Gli scavi effettuati sul territorio, hanno riportato alla luce tombe del IV secolo a. C.. In epoca medievale il sito di Bisanum fu assegnato al Monastero dei padri benedettini di San Giovanni in Lamis (odierno Convento di San Matteo) ed il diploma del conte normanno Enrico, dato a Monte Sant’Angelo, sanciva storicamente che il 14 novembre 1095 avveniva la fondazione della città con il nome di SAN GIOVANNI ROTONDO Con gli Svevi, San Giovanni Rotondo fu città regia e Federico II nel 1231 si appellò il titolo di: “Imperatore e Signore di San Giovanni Rotondo “.
IL DOMINIO ANGIOINO E ARAGONESE
Durante le guerre tra Spagnoli e Francesi, San Giovanni Rotondo subì devastanti saccheggi. Il primo intorno al 1440 ad opera degli Aragonesi (San Giovanni Rotondo era fedele agli Angiò regnanti); il secondo intorno al 1461-62 ad opera questa volta degli Angioini (San Giovanni Rotondo difendeva i diritti di Ferdinando d’Aragona). Liberato da Giorgio Castriota Scandeberg, principe d’Albania, nel 1464, San Giovanni Rotondo ritornò agli Spagnoli. Sotto la signoria dei Consalvo, esso fu saccheggiato altre due volte dai Francesi, nel 1504 e nel 1528 (generale Odet de la Foix, conte di Lautrec), e perse nell’incendio del Palazzo dell’Università tutto l’archivio. Firmata la pace tra i due contendenti, nel 1536 Carlo V inviò ai sangiovannesi un diploma nel quale riconosceva San Giovanni Rotondo “fidelissima Universitas”, riconfermava tutti i privilegi, gli usi civici e i diritti di promiscuità sui territori confinanti, che il paese aveva prima della guerra, e concedeva venti anni di franchigia dalle tasse alla fine di riparare le case e le mura della città.
La città riuscì sempre a conservare , nonostante le varie dominazioni (angioine, aragonesi, borboniche), la sua dignità e non subì mai l’oltraggio della schiavitù per ottenere la sua libertà. Cenni Geografici San Giovanni Rotondo è un ridente ed accogliente paese, posto a 557 metri sul livello del mare, collocato tra Monte Calvo, Monte Castellana e Monte Nero; dista circa 40 km da Foggia e, a sud-est si affaccia sul golfo di Manfredonia. Ha una popolazione in crescita, di circa 30.000 abitanti. Il clima, per la sua posizione geografica, è freddo di inverno e caldo d’estate; in inverno la zona è spazzata da un vento freddo di bora (la voria). Nel complesso grazie al clima buono è un’ottima stazione climatica. E’ fiorente il turismo religioso, legato alla figura di Padre Pio, con il fiorire di molte attività ricettive (alberghi, pensioni, ristoranti) e piccole attività per la produzione di articoli religiosi. Oltre al turismo l’economia del paese è basata sull’agricoltura: olio, mandorle, prodotti caseari cereali e ortaggi; esistono inoltre piccole attività per la lavorazione della pietra e del marmo. L’attività per eccellenza è legata al complesso ospedaliero “Casa Sollievo della Sofferenza”, uno dei poli sanitari più importanti d’Italia per reparti e attrezzatura. Oltre per l’Ospedale, la zona del paese denominata “Cappuccini” è il fulcro della economia del paese, grazie all’alto numero di religiosi che richiama da tutto il mondo.
CENNI STORICI
Le origini della città di San Giovanni Rotondo affondano le radici in epoche antichissime. Fin dall’età neolitica ( VI – V millennio a.C. ) insediamenti tribali di capannicoli sorgevano un po’ ovunque sul suo territorio: sulle “Coppe” circostanti, nelle vallate e nelle pianure in gran parte acquitrinose. Con il trascorrere del tempo questi insediamenti assumevano l’aspetto di vere e proprie fortificazioni, con tecniche afferenti la tipologia urbanistica dei Castelli garganici. Nel II millennio a.C., il territorio veniva frequentato da gruppi tribali provenienti dalla penisola balcanica: dall’Illiria, dalla Tracia, dalla Frigia e dalla Troade in particolare.
La tribù dei Paiones ( Pavoni ), proveniente proprio dalla Troade, si stanziava stabilmente sulla cima del monte Castellano ( Crocicchia ), ove fondava la città di GARGAROS ( città di pietra ), dando allo stesso monte l’etimo di GARGARO, che in seguito sarebbe divenuto GARGANUS – GARGANO, estendendo, così, il suo toponimo a tutto il promontorio. Ai piedi del monte Castellano, a poche centinaia di metri dalla cima , i Gargari fondavano un altro sito, direttamente ” gemmato ” con quello posto sul monte e che essi appellavano anche GARGARA. In età del ferro ( X secolo a.C. ), il sito posto a valle richiamò e concentrò in sé quasi tutti gli abitanti sparsi negli insediamenti circostanti.
In età romana, l’insediamento a valle assumeva il toponimo di BISANUM, villaggio del dio dalle due facce ( GIANO ), mentre quello posto sulla cima del monte recava l’etimo di CASTELLANUM BISANI, Castello di Bisano (di Giano). Il dio Giano, venerato nel piccolo pantheon rotondo, edificato a valle, ad EST dell’abitato, celebrava il trionfo del sole e della luce e comprendeva in sé l’insediamento stesso.
In età medievale, il sito di BISANUM veniva assegnato al Monastero di San Giovanni in Lamis dei padri benedettini ( oggi Convento di San Matteo ) ed il diploma del conte normanno Enrico, dato a Monte Sant’Angelo il 14 novembre 1095, sanciva storicamente la fondazione della città con il nuovo toponimo di ” SAN GIOVANNI ROTONDO “. Ancora una volta il vetusto e piccolo tempio rotondo, ormai cristianizzato e dedicato al Battista Giovanni, celebrava definitivamente il suo trionfo e consegnava alla Storia la nuova città.
San Giovanni Rotondo fu città regia con gli Svevi e Federico II vi lasciava la sua impronta, edificando la chiesa di sant’Onofrio ed appellandosi ” Imperatore e Signore di San Giovanni Rotondo, A. D. 1231 “. La città, nello scorrere dei secoli, subiva le dominazioni angioine, aragonesi, spagnole, borboniche, ma seppe sempre conservare la sua dignità e mai subì l’oltraggio della schiavitù infamante per ottenere la sua libertà.
In età risorgimentale ( 1860 – In età risorgimentale ( 1860 – 1861 ) piantò con orgoglio nelle sue piazze l’albero della libertà, offrendo in sacrificio la vita dei suoi figli minori. Sacrificio che si rinnovò nel 1920, quando il popolo sangiovannese gridò in piazza dei Martiri tutta la sua ansia di giustizia, di uguaglianza e di libertà. Le due guerre mondiali videro molti figli della Terra di San Giovanni Rotondo morire nelle trincee, sui campi di battaglia assolati o innevati, ma stranieri e così lontani dal patrio focolare: 176 furono i caduti del primo conflitto ed 86 nel secondo.
La Montagna della Croce, ove un dì sorgeva la città dei Gargari, che improntava di sé la vita di tutto un promontorio, oggi indica al mondo intero, nell’umile, sofferente e splendida figura di un frate francescano, Padre Pio, nuovi itinerari e cammini di luce, di Speranza, di Carità, di Rinnovamento. Nell’Anno Domini 1997 Padre Pio veniva dichiarato Venerabile e il 2 maggio 1999 veniva proclamato Beato. Il 16 giugno 2002, in Piazza San Pietro, il Papa dichiara Santo il Beato Pio da Pietrelcina. La festa liturgica di San Pio da Pietrelcina ricorre il 23 settembre di ogni anno.
PALAZZI E MONUMENTI
CHIESA di SAN GIOVANNI BATTISTA o della ROTONDA ex TEMPIO di APOLLO-GIANO
(Sec. III-II a. C.) Edificato in età romana e dedicato al dio Giano, il tempio veniva consacrato nell’A. D. 996 a S. Giovanni Battista. La forma circolare diede il nome alla città: San Giovanni Rotondo. (Piazza del Carmine)
PALAZZO DI CITTA’ ex CONVENTO DI SAN FRANCESCO
(Sec. XV) Edificato nel 1470, il convento accolse i frati francescani. Nel 1476 veniva completata la chiesa dedicata a San Francesco. Nel 1810, con la soppressione degli ordini religiosi, il Convento diveniva patrimonio del Regno di Napoli. Nel 1815, veniva adibito a Palazzo Comunale. (Corso Umberto I)
CASA DELL’ UNIVERSITA’
(Sec. XIV-XV) In età angioina e aragonese, era la sede dell’Università e delle assemblee popolari di San Giovanni Rotondo. Di pregevole fattura le “bifore” inserite nella facciata. (Via Castellana)
PALAZZO DEL CAPITANO DELLA PIAZZA D’ARMI
(Sec. XVII) Sede del rappresentante del gran Capitano Consalvo Ferrante di Cordova, “utile Signore della terra di San Giovanni Rotondo”. (Via Basalemme)
PALAZZO CAVANIGLIA
(Sec. XVII) Edificato tra il 1615-1630. Sede del barone don Michele Cavaniglia, feudatario di San Giovanni Rotondo. (Corso Regina Margherita)
CASA NATALE di CELESTINO GALIANI (1681-1753)
(Sec. XVII) E’ nell’attuale via C. Galiani , nei pressi della chiesa matrice. È il luogo in cui sorgeva nel 1681 la casa natale di Mons. Celestino Galiani. Arcivescovo di Taranto, Tessalonica, Cappellano maggiore del Regno di Napoli. Ministro dei regi studi e Riformatore della regia Università degli studi di Napoli. Definito “uomo dottissimo in tutte le scienze”. (Via C. Galiani)
PALAZZO VERNA
(Sec. XVII-XVIII) Sede di una delle famiglie benemerite di San Giovanni Rotondo. I suoi componenti furono mastrogiurati, sindaci, ecclesiastici. Contribuirono, con donazioni, alla costruzione di chiese ed edifici pubblici, fra cui il Palazzo di Città (ex convento francescano, Sec XV). Nella stessa via ha sede la casa natale di Mons. Cocle (al numero civico 9). (Via Cocle)
PALAZZO BRAMANTE-GIULIANI
(Sec. XVIII) Edificato nel XVIII secolo, è uno dei palazzi simboli della città. Vi abitarono nei secoli Decurioni, Mastrogiurati, Sindaci, Podestà, Arcipreti. Vi nacque Frà Ludovico Bramante, morto a Marsiglia nel 1867. (Via Galiani)
LA VITTORIA ALATA – MONUMENTO AI CADUTI IN GUERRA
(Sec. XX) Edificato nel 1924, il Monumento rappresenta la memoria e il ricordo della Città ai suoi caduti delle due guerre mondiali. (Piazza Europa)
PALAZZO LECCE
(Sec. XX) Edificato in vari anni dal 1930-1935. Sede di una delle famiglie che dette alla città sindaci e professionisti. Il palazzo è una delle memorie storiche dei sangiovannesi. (Corso G. Matteotti)
Ex PALAZZO CAVALLI-MASSA
(Sec. XX) Edificato tra il 1930-1935, il palazzo presenta interessanti rilievi architettonici e fregi sulla facciata principale. (Viale Kennedy)
MONUMENTO AI CADUTI NELLA MINIERA
(Sec. XX) Edificato nel 1986, il monumento ricorda i 27 minatori caduti sul lavoro nella Miniera della Montecatini (estrazione di bauxite). Si trova nella piccola villa comunale antistante la Chiesa di Sant’Onofrio. (Piazza del Carmine)
SCUOLA ELEMENTARE “MICHELE MELCHIONDA”
(Sec. XX) Edificato nel 1935 in piena era fascista, come è nella sua forma uguale a tanti altri edifici scolastici sorti in quell’epoca. L’edificio è intitolato al SottoTenente Michele Melchionda, medaglia d’oro al valor militare (alla memoria), caduto in Africa il 6 aprile 1938. (Viale Kennedy)
VIA CRUCIS MONUMENTALE
(Sec. XX) Iniziata nel 1968, con la benedizione della prima pietra presieduta da Padre Pio. Veniva inaugurata il 25 maggio 1971. La Sacra Via è così composta: larga 9 metri, lunga 141 metri, con 152 scalini. Inizia con due rampe che chiudono un’esedra con al centro la statua di Padre Pio benedicente. Le opere in bronzo e la statua, in marmo di Carrara, della Madonna con Bambino sono dello scultore Francesco Messina, sono poste su “pianerottoli” che spezzano la lunga scalinata e, dai quali si può ammirare un suggestivo panorama. (Piazzale S. Maria delle Grazie)
MONUMENTO A PADRE PIO
(Sec. XX) Realizzato nel 1987 ad opera del famoso scultore Pericle Fazzini, rappresenta i momenti più significativi della vita del frate, evidenziati in quattro scene bronzee che culminano nella figura di Padre pio che innalza al cielo l’Ostensorio. (Piazza Padre Pio)
CHIESE
CHIESA di SAN GIOVANNI BATTISTA o della ROTONDA
(Sec. III-II a. C.) Edificato in età romana e, in origine, fu un tempio pagano dedicato al dio Giano, veniva consacrato nell’Anno Domini 996 a San Giovanni Battista. La forma “rotonda” della Chiesa dà il suo nome alla città “Sancti Joannis Rotundi” (San Giovanni Rotondo). Costituita da un impianto circolare, la chiesa rappresenta uno dei vincoli storici più saldi della città. Al suo interno sono stati rinvenuti alcuni pregiatissimi affreschi di età medievale. (Piazza del Carmine)
CHIESA di SANTA CATERINA già SANTA MARIA MAGGIORE
(Sec. XI) Edificata fra il 1086-1097 era la più antica chiesa “intra moenia Universitatis”, nelle mura dell’Università di San Giovanni Rotondo, cioè nelle mura dell’antica città. Si venera, in particolare, il culto di Santa Lucia (13 dicembre). (Via S. Caterina)
CHIESA di SANT’ ONOFRIO
(Sec. XIII) Sull’epigrafe in pietra posta sul portale di ingresso, si legge che è stata edificata per volere di Federico II di Svevia, nell’anno 1231. Originariamente costituita da un impianto tardo romanico, oggi si presenta come un armonioso insieme di elementi caratterizzanti diversi periodi storici. Conserva al suo interno tracce di affreschi medievali, una “Natività” di A. Ciccone e un dipinto raffigurante il “Battesimo di Gesù Cristo” di F. P. Fiorentino. Si venera, in particolare, il culto della Vergine del Monte Carmelo. (Piazza del Carmine)
CHIESA di SAN DONATO
(Sec. XIII) L’epigrafe apposta sul portale di ingresso, attesta che la costruzione della Chiesa risale all’Anno Domini 1292, ad opera dei Germani, della ricca famiglia che aveva la sua dimora a pochi metri dal tempio stesso. E’ nota soprattutto perché la volta al suo interno custodisce pregevoli affreschi ritraenti alcuni momenti di vita della Madonna. (C.so Regina Margherita)
CHIESA di SAN LEONARDO o CHIESA MATRICE
(Sec. XIII-XVII) Chiesa matrice, la chiesa principale di San Giovanni Rotondo. Edificata nel XIII secolo, addossata alla porta Maggiore della cinta muraria fortificata del Castello della città. Demolita e successivamente ricostruita nel 1678 per volontà del Cardinale Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi Papa Benedetto XIII. Nel corso degli anni ha subito numerosi interventi che ne hanno mutato l’impianto originario. Sul portale d’ingresso vi è una statua di San Michele Arcangelo (vedi figura), quale segno della devozione sangiovannese per lo scampato pericolo della peste che ha invaso il Gargano nel 1656. All’interno della chiesa è custodito uno storico e pregevole organo del 1694. (Corso Regina Margherita)
CHIESA di SAN GIACOMO
(Sec. XIV) Esistente già nel 1304, era la Chiesa annessa all’antico ospedale dei poveri, come figura nell’inventario dei beni di Raimondo Berlingieri, Signore di San Giovanni Rotondo e della Contea di Monte Sant’Angelo. Sede della “Purità di Maria Santissima”, come regio assenso del 25 febbraio 1764. Questa chiesa, in momenti di emergenza, fu sede del Consiglio comunale e del tribunale militare, durante la reazione borbonica del 1860. (Corso Regina Margherita)
CHIESA della MADONNA DI LORETO
(Sec. XV) Edificata tra il 1440 e il 1450 da pellegrini marchigiani diretti in pellegrinaggio alla sacra Grotta dell’Arcangelo Michele di Monte Sant’Angelo. La chiesa ricalca le dimensioni reali della Sacra Casa di Nazareth. (Piazza del Carmine)
CHIESA di SANT’ORSOLA
(Sec. XVI-XVII) Fu edificata nel 1596, grazie alla donazione del terreno da parte di don Giovanni Verna, con il nome di Chiesa del Purgatorio. Sede fin dal 1650 dell’Arciconfraternita dei morti. In raffinato stile barocco-rococò, nell’interno del tempio sono custoditi pregevoli dipinti (sec. XVII-XVIII), così come un organo cinquecentesco già restaurato nel 1986) rivestito di cornici e cimose in oro bianco e argento. (Via S. Orsola)
CHIESA della MADDALENA (diruta)
(SEC. XVII) Edificata tra il 1620 e il 1625; venne riedificata nel 1777 e dedicata a Santa Maria Maddalena. In stile barocco-rococò conserva pregevoli dipinti e tele. Oggi non restano che “ruderi” e alcuni dipinti sulle pareti ormai sbrecciate. La chiesa era annessa al Monastero delle Clarisse. (Piazza Beata M. De Mattias)
CHIESA di SAN NICOLA
(Sec. XVII) Edificata nel 1640-1650. Nel 1700 si stabilì con regolare statuto la Congregazione dei Sette Dolori. Restaurata per la prima volta nel 1889. E’ caratterizzata da un prezioso portale in rame raffigurante alcuni momenti della vita di San Nicola. (Via S. Nicola)
CHIESA di SAN GIUSEPPE ARTIGIANO
(Sec. XX) Moderna opera situata al centro della città, sorge su un antico laghetto sorgivo. La posa della prima pietra avvenne il 1 maggio 1958 e la Chiesa venne l’inaugurata l’11 settembre 1965. Al suo interno si può ammirare un pregevole mosaico rappresentante “Cristo Redentore”. (Piazza Europa)
EDICOLE VIA CRUCIS
(Sec. XX) La edicole della via crucis che si snodano lungo viale Cappuccini, furono donate a Padre Pio dai figli spirituali di Bologna e benedette dal frate delle Stimmate il 7 ottobre 1937. Padre Pio disse che chiunque avesse detto il Santo Rosario lungo il viale delle sacre edicole, sarebbe stato vicino al cuore della Madonna. (Viale dei Cappuccini)
IL CONVENTO dei FRATI MINORI CAPPUCCINI
(Sec XVI) Edificato nel XVI secolo, a spese del popolo di San Giovanni Rotondo, e più volte ricostruito perché danneggiato dai terremoti, il Convento rappresenta uno dei simboli più antichi della memoria collettiva del popolo sangiovannese. Per molti anni è stata la dimora terrena di Padre Pio, la casa dentro la quale gli fu affidata la missione divina. Il Frate vi giunse per la prima volta il 28 luglio 1916. Al suo interno si trova Sua celletta entro cui pregava il Signore, (diapositiva seguente), con ancora intatti i sandali, le lenzuola, il crocifisso, i guanti che gli coprivano le stimmate e il vangelo dal quale non si separava mai. (Piazzale S. Maria delle Grazie)
LA CELLA
(Sec XX) E’ un luogo da visitare con profondo raccoglimento per contemplare il luogo ove soggiornò per molti anni il beato Padre. L’arredo e le suppellettili sono quelli che furono usati a suo tempo da Padre Pio. Su un tavolino sono posti i mezzi guanti, le calze bianche con macchie di sangue, una pezzuola usata per asciugare il sangue che fuoriusciva dal costato, una teca contenente le crosticine delle stimmate, libri di lettura spirituale. Il fazzoletto bianco usato per salutare i pellegrini è posto sull’inginocchiatoio. Le pantofole calzate fino all’ultima ora, della sua vita terrena, sono contenute in una teca. Una poltroncina con braccioli, dove seduto e con la corona del rosario tra le mani, con serenità, Padre Pio raggiunse il paradiso (23 settembre 1968). (Convento dei Frati Minori Cappuccini)
CHIESETTA di SANTA MARIA DELLE GRAZIE
(La Chiesa Antica)
(Sec. XVI) La costruzione della chiesetta segna, nel tempo, la nascita stessa del Convento francescano, essendo situata accanto ad esso, ove visse per 50 anni Padre Pio da Pietrelcina. La posa della prima pietra risale al 1540 e il tempio veniva completato e consacrato nel 1581. Danneggiata dal terremoto del 1624, fu ricostruita nel 1676 e dedicata a Santa Maria delle Grazie. Conserva pregevoli dipinti del pittore Natale Penati. Nel coro è conservato il Crocifisso ligneo del ‘600, davanti al Quale la mattina del 20 settembre 1918, Venerdì Santo, Padre Pio riceveva le Sacre Stimmate (diapositiva seguente). Il prospetto frontale, anche se molto severo e regolare, è noto in tutto il mondo perché universalmente riconosciuto come la Chiesa di Padre Pio. Nella chiesa si venera il culto di Santa Maria delle Grazie (8-10 settembre), raffigurata in una antica tela del 1300. (Piazzale S. Maria delle Grazie)
IL CROCIFISSO
(Sec. XV) La mattina del 20 settembre 1918, Padre Pio stava raccolto in preghiera nel coro, quando fu sorpreso da un dolce sonno, nel quale gli apparve innanzi un misterioso personaggio che aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. Quando il personaggio scomparve, Padre Pio si svegliò e vide che aveva anch’egli mani, piedi e costato traforati che grondavano sangue. (Interno Chiesetta S. Maria delle Grazie)
CHIESA MAGGIORE di SANTA MARIA DELLE GRAZIE
(Sec. XX) Situata alla destra della Chiesa antica, la posa della prima pietra avvenne il 2 luglio 1956 e venne consacrata ai culti sacri il 1 luglio 1959. La basilica è a tre navate: quella centrale, dov’è posto l’altare maggiore, è montato un mosaico della Madonna delle Grazie; nelle navate laterali, vi sono altari secondari, sui quali sono montati otto mosaici eseguiti dalla scuola vaticana. Nella chiesa sono , inoltre, custoditi pregevoli affreschi e vetrate istoriate.
CRIPTA DI PADRE PIO
(Sec. XX)
“… le mie ossa siano composte in un tranquillo cantuccio di questa terra …”
Così scriveva il Frate nel 1923 all’allora sindaco di San Giovanni Rotondo, Francesco Morcaldi. In essa riposano le spoglie di Padre Pio, custodite in una imponente tomba in granito e marmo. La cripta veniva benedetta dallo stesso Padre Pio il 22 settembre 1968, il giorno prima della sua morte terrena. La salma è posta con il capo a destra (guardando in direzione dell’altare), ad un metro circa sotto il livello del pavimento e coperta da un blocco monolitico di granito del peso di 3 tonnellate. (Santuario S. Maria delle Grazie)
VIA CRUCIS MONUMENTALE
(Sec. XX) E’ un lungo viale ove sono state allestite permanentemente 14 stazioni bronzee realizzate dallo scultore Francesco Messina. Nel quinto pannello è raffigurato, nella figura del cireneo, proprio Padre Pio che aiuta Cristo a risollevare la Croce. Una lunga scalinata compone il Viale della Madonna, formata da 152 gradini, sui quali sono montate opere dello stesso Messina, chiusa da un’esedra con un bronzo raffigurante Padre Pio benedicente.
MONASTERO delle CLARISSE
(Sec. XX) Fu edificato nel 1975, per volere di Padre Pio e di fra Daniele Natale, su un suolo donato dal dottor Pietro Melillo alle Clarisse Cappuccine. La prima pietra del complesso religioso fu posata il 23 settembre del 1975 (settimo anno della morte del frate di Pietrelcina). Al suo interno, nel luogo dove era solito appartarsi in preghiera il frate delle stimmate, sorge la chiesa della Resurrezione, il “fulcro di preghiera” di tutto il Monastero. Custodisce, inoltre, un ampio e capiente auditorium, nel quale hanno luogo seminari e convegni sulla figura e le opere del frate che predicò la bontà, la carità e la preghiera. (Via Valle Oscura)
NUOVA CHIESA di PADRE PIO
(Sec. XX-XXI) La nuova chiesa di Padre Pio sorge a pochi passi dal centro abitato di San Giovanni Rotondo ed è stata progettata dal noto architetto Renzo Piano. Essa è situata a sud del convento e si estende verso la valle, segue idealmente lo sguardo che il beato Padre Pio era uso fare ogni mattina dalla finestra della sua celletta. E’ un’immensa opera, nel suo interno trovano posto oltre 10.000 pellegrini, mentre all’esterno è presente un enorme sagrato. (Affianco Chiesetta Frati Minori Cappuccini)
LA CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA
(Sec XX) Benchè non rientri nell’itinerario religioso, è stato inserito per la posizione e per il luogo dove è stato costruito. Indubbiamente è una costruzione che non passa inosservata, essendo visibile da decine di chilometri. Fu Padre Pio stesso che gli diede il nome all’ospedale: “CASA SOLLIEVO DELLA SOFFERENZA” , il 14 gennaio 1940. Nel 1947 ci fu la posa della prima pietra di questa imponente opera ospedaliera che avrebbe dato sollievo e ospitalità ai bisognosi di cure. Pochi giorni prima si era formato un piccolo comitato di amici, suoi figli spirituali, che si proponevano di realizzare un suo desiderio: alleviare le sofferenze dei malati. Il 5 maggio 1956, fu Padre Pio in persona a celebrare la messa di inaugurazione. Oggi quell’ospedale, iniziato con 250 letti e con reparti essenziali, ha 1.200 letti e reparti di ogni tipo, che ne fanno uno dei complessi ospedalieri più attrezzato del Mezzogiorno. (Piazzale S. Maria delle Grazie)
FONTE: sangiovannirotondo.com